L'associazione Cadeart inaugura, venerdì 7 marzo dalle 18.30 alle 20.30, l’esposizione d'arte “Neve scivolosa” con le opere di Laura Pietropaoli all’interno dell’Hotel “Villa Santa Maria in Foris” in via Pasolini n.61 a Ravenna. L'esposizione a cura di Ilaria Siboni, con testo di Alessandro Fogli, sarà visibile tutti i giorni dalle 9.00 alle 21.00 fino a domenica 18 maggio, ingresso gratuito.
L’associazione CadeArt
La serie di esposizioni itineranti “I Lunari dell’Arte”, prosegue il suo percorso di diffusione dell'arte nei luoghi di vita della città, che vengono di volta in volta adottati e rinnovati dagli artisti e dal loro lavoro. Dopo esposizioni in spazi come Ca' de' Ven a Ravenna, Torre medievale di Oriolo dei Fichi a Faenza, la sede provinciale della CNA di Ravenna, lo studio legale L. Donelli, D. Dal Monte, R. Vecchi sempre a Ravenna, è di nuovo la volta dell'Hotel Villa Santa Maria in Foris a Ravenna luogo elegante ed accogliente, struttura più vicina a quella di una casa signorile piuttosto che a quella del solito hotel di lusso. Luogo-albergo pensato come una propaggine della propria idea di casa, qui il gruppo di CadeArt è felice di invadere gli spazi comuni dell’hotel e dare seguito all’idea di essere punto d’incontro e di libero di scambio ospitando “Neve scivolosa” di Laura Pietropaoli artista che vive e lavora a Ravenna. Diplomata al Liceo Artistico di Ravenna, dove è stata allieva di maestri quali Umberto Folli, Giulio Ruffini e Francesco Verlicchi, che l’hanno incoraggiata a proseguire nella carriera artistica. Nei primi anni ’70 inizia la sua attività, partecipando a varie collettive, e sempre in quel periodo allestisce alcune esposizioni personali nelle città di Trento e Rovereto, dove esercita la professione di insegnante d’arte. Contestualmente alla ricerca pittorica si cimenta, negli anni ’80, nella realizzazione di bronzi con fusioni “a cera persa”, spinta dalla curiosità e dalla passione verso le più svariate risoluzioni visive e dimensionali, opere esposte in alcune gallerie di Ravenna. Negli ultimi anni ha focalizzato la sua attività sulla ricerca cromatica, sui contrasti, favorendo la tecnica ad olio, inserendo altri materiali, infatti su tela e su cartone applica tessuti, gioielli, oggetti di diverso tipo e valore che completano i ritratti dei personaggi, di fantasia ma anche persone care, che affollano la sua intima ricerca.
Testo di Alessandro Fogli
I Greci credevano agli dèi perché li vedevano. E quando si credette alla vista interiore la si chiamò Fede. Ora però, tra i moderni, i “veggenti” sono soprattutto quelli che vedono l’assenza e il vuoto. E’ qui, verso queste assenze, questi spazi vacui, che le figure di Laura Pietropaoli, emergendo da mondi indefiniti, gettano i loro sguardi indagatori, ficcanti, giudicanti. Nonostante l’astrattismo che ne è alla base, l’arte della Pietropaoli osserva la realtà, una realtà che a volte disturba, e disturba perché – ce ne rendiamo conto poco per volta – non è rappresentata in alcun luogo della tela, ma è quella esterna, in cui ci troviamo noi spettatori. E’ quella, che viene messa a nudo, è l'animo umano, tramite la muta e immobile azione di personaggi ambigui, doppi, a venire posto di fronte a uno specchio nero. L’artista evidenzia i segni interiori lasciati dalla vita, accenna a gioie e sofferenze mai pure, mai complete, stupisce per tragicità e sensualità, mostrando un profondo interesse per l’interiorità dei soggetti trattati, dai quali si fa coinvolgere emotivamente per portarne a galla il rimosso, quello che gli altri non riescono a vedere. Intensi e profondi, i suoi ritratti – soprattutto femminili – sono caratterizzati da spessi contorni, dall’utilizzo reiterato di oggetti reali applicati direttamente sulla tela. La pienezza fauvista dei colori e la varietà materica (olio, naturalmente, ma anche gesso, carta, matite) trasmettono una forte carica di fisicità, ma i volti, percepiti spesso come una maschera, suggeriscono una remota, ineffabile spiritualità. Laura Pietropaoli si serve in gran parte del potere icastico del colore (il rosso in tutte le sue possibili accezioni) per costruire l’immagine e darle forza emotiva, un’attitudine che, unita alla naturale abilità pittorica, la porta a risultati sorprendenti, capaci di far sembrare grandiose opere di piccolo formato, oppure intime opere di grandi dimensioni. Sono visioni di vibrante tensione che fuoriescono dai confini dell’opera in sé per trasferirsi nell’universo metamorfico del simbolico e qui lampeggiare, con la potenza del loro senso, ancora una volta verso la vita.
Per altre informazioni:
Ilaria Siboni cell. 338 1584910